martedì 26 giugno 2012

L'emozione che non ha voce

Non scrivo da più di due mesi, ma ho preferito così.
Il 20 ho iniziato gli esami e ieri è stato il giorno della terza prova, l'ultima volta tra i banchi di scuola. Questa mattina ho pensato alla mattina di ieri, alla corsa che per tre giorni abbiamo fatto per accaparrarci il posto migliore, e mi è venuto il mente l'ultimo giorno di scuola, il 9 giugno, quando al suono dell'ultima campanella tutti ci siamo emozionati. Alcuni sono usciti subito dalla classe, perchè si vergognavano di piangere davanti agli altri, invece, altre mie compagne ed io siamo rimaste dentro l'aula per almeno 15 minuti.
Piangevamo e ci abbracciavamo come bambine, era finita ed eravamo consapevoli che i cinque anni trascorsi insieme sarebbero rimasti sempre nel nostro cuore e tra le mure di quel liceo che ogni anno diventa uno scrigno di emozioni per tutti i suoi allievi. Usciti dall'aula, la scuola era ormai deserta. I "piccoli" dei primi anni ridevano in mezzo alla strada, zuppi di acqua dalla testa ai piedi. Come erano felici, loro! E io, invece, sono tornata a casa e ho smesso di piangere solo il pomeriggio. E' strano, ma mi sentivo davvero triste.
Le parole, in questi casi, sono inutili e non rendono pienamente le emozioni di quel giorno che credo ricorderò per sempre con molta tenerezza. In quel pianto c'era davvero tutto: la libertà, la preoccupazione per gli esami, la paura di dover affrontare in futuro sfide ben più impegnative della semplice interrogazione del giorno dopo, la consapevolezza di essere cresciuti insieme e la brutta sensazione di non rivedersi più perchè ognuno di noi ha ormai fatto la propria scelta, la voglia di lottare per i nostri sogni e il coraggio di realizzarli.
Piangevamo anche per i nostri professori, per il bene che ci hanno voluto e dimostrato più di una volta, per le parole di conforto, per i loro rimproveri e le loro LEZIONI DI VITA.
Ma l'attimo che ricordo con più emozione è stato il suono della campanella, momento in cui la prof di filosofia, al termine di una lettera, ci ha detto con voce tremante: "Grazie di questi anni".
A queste parole, siamo diventati tutti una cosa sola, come non lo eravamo mai stati prima.
E' proprio vero che comprendi il valore di una cosa solo quando la perdi.
E io (anche se in parte) l'ho persa, perchè credo di aver sprecato molti momenti in questi cinque anni, credo di essermi arrabbiata e aver tenuto il broncio per cose che adesso mi sembrano futili; ma questa esperienza mi ha davvero fatto riflettere e la voglia di godermi ogni singolo istante della vita, che da adesso in poi mi aspetta, è una sensazione davvero forte in me. Finalmente, sto imparando a crederci fino in fondo.
Un abbraccio grande grande a tutti =D